Ritrovo questa sera ore 21:00 per la recita del Vespro.
Sotto il testo tratto dalla Lumen Gentium oggetto della riflessione:
Lumen Gentium 9b
La Chiesa, questo popolo messianico, ha per
capo Cristo « dato a morte per i nostri
peccati e risuscitato per la nostra
giustificazione » (Rm 4,25), e che ora, dopo
essersi acquistato un nome che è al di sopra di
ogni altro nome, regna glorioso in cielo.
Ha per condizione la dignità e la libertà dei
figli di Dio, nel cuore dei quali dimora lo
Spirito Santo come in un tempio.
Ha per legge il nuovo precetto di amare
come lo stesso Cristo ci ha amati (cfr. Gv
13,34).
E finalmente, ha per fine il regno di Dio,
incominciato in terra dallo stesso Dio, e che
deve essere ulteriormente dilatato, finché alla
fine dei secoli sia da lui portato a compimento,
quando comparirà Cristo, vita nostra (cfr. Col
3,4) e « anche le stesse creature saranno
liberate dalla schiavitù della corruzione per
partecipare alla gloriosa libertà dei figli di Dio »
(Rm 8,21). Perciò il popolo messianico, pur
non comprendendo effettivamente
l’universalità degli uomini e apparendo talora
come un piccolo gregge, costituisce tuttavia
per tutta l’umanità il germe più forte di
unità, di speranza e di salvezza.
Costituito da Cristo per una comunione di
vita, di carità e di verità, è pure da lui
assunto ad essere strumento della redenzione
di tutti e, quale luce del mondo e sale della
terra (cfr. Mt 5,13-16), è inviato a tutto il
mondo.